giovedì 24 settembre 2009

Il signor nessuno: delirio, ricordo o… fantasia?

Raccogliendo ed esaminando quante più possibile fra le (numerose) notizie in rete su questo film dal titolo accattivante (Il signor nessuno riporta i ricordi indietro fino a Omero, passando per Jules Verne) si scopre innanzitutto che si tratta di una produzione europea, più precisamente belga-franco-tedesca, benché in effetti girato in inglese e con attori per lo più anglofoni. Di fronte al dilagare attuale della (a volte più che gradita, beninteso) FS “made in USA”, questo fa piuttosto piacere. Il regista è Jaco Van Dormael, belga, non molto noto al grande pubblico (Totò Le Heros, L’ottavo giorno). Presentato al Festival di Venezia di quest’anno, il film ha riscosso un lungo applauso, oltre al Premio Osella per la migliore scenografia. E ha portato la FS nel cuore della manifestazione, sebbene con tutto il silenzio possibile sulla sua chiara appartenenza al genere. Ssssh. Non facciamoci sentire.
Il protagonista è Nemo Nobody, un uomo che conduce un'esistenza ordinaria con la moglie Elise e i tre figli, fino al giorno in cui il suo universo collassa e lui si sveglia nel 2092. La cosa però non sembra preoccuparlo molto. Ciò che più gli sta a cuore è scoprire se abbia vissuto la vita giusta, amato la donna che doveva amare e avuto i bambini di cui avrebbe realmente dovuto essere padre.
Tutto comincia dalla seminale (anche per il regista, in quanto riemerge dalla sua filmografia) e impossibile scelta di un bambino tra il padre e la madre sul binario di un treno in partenza (foto): due paesi, due genitori e dunque due vite diverse. Tutto finisce con il vecchio sopravvissuto del 2092, che a 118 anni è il protagonista di un reality che segue in diretta gli ultimi giorni della sua vita. Perché tanto interesse per lui? Perché il signor Nobody è l'ultimo mortale rimasto sulla terra da quando le scoperte scientifiche hanno consentito di raggiungere la quasi-immortalità. Nemo ricorda però ben poco della sua vita passata, che non è una sola, ma è molteplice. Subito il pensiero corre al mitico Sliding Doors, rispetto al quale però ci si imbatte qui in una struttura narrativa che non si limita a un percorso duplice, come le due vite che si srotolano parallele nel noto film inglese a seconda che la protagonista sia riuscita a entrare nell’ormai celeberrimo vagone e prendere la metropolitana, in un palesarsi di una delle teorie da allora più in voga nel cinema FS, ovvero l’abusatissimo Butterfy Effect. In Mister Nobody infatti le possibilità si moltiplicano, perché ai possibili innamoramenti, alle scelte, succedono tutte le possibili relative conseguenze, vite sentimentali, esistenze. Il problema diventa allora controllare la sceneggiatura facendo in modo che lo spettatore si addentri nell'intrico delle identità possibili senza perdersi, o meglio, perdendosi in modo e in misura accettabili e gradevoli. La speranza, da futuro spettatore, è che tutte queste identità sociali del protagonista, siano esse di pura fantasia o realmente avvenute, contribuiscano o addirittura si dimostrino necessarie a dipingere un’unica valida identità umana. Senza troppa confusione. Il rischio è certamente elevato. Sempre che la sceneggiatura consenta di capire se si tratti di invenzione o universi paralleli, ma in fondo questo poco importa. Il solo montaggio, che una volta di più rivela la sua determinante importanza sulla struttura e la qualità finale di un’opera filmica, ha richiesto un anno di lavoro, e il risultato finale ha riscosso commenti molto positivi per via della leggerezza di stile nel raccontare la storia con tratti necessariamente surreali.
Sembra inoltre che vi siano anche citazioni evidenti di (o riferimenti impliciti a) capolavori quali Big Fish, Lo strano caso di Benjamin Button (girato contemporaneamente!) e Se mi lasci ti cancello. Insomma, si direbbe che si tratti di uno di quei film dove sei costretto a metter da parte l’assetto razionale che tende a decifrare le immagini per ordinarle in una trama coerente, e a lasciarti andare a qualcosa, ci si augura, di profondamente inconscio, al limite dell’onirico e anche oltre. In genere è questo il solo modo per arrivare a captare quel che l’autore vuol dire. Magari mettendoci anche qualcosa di proprio.
In una parola? Fantascienza.
Qui il trailer del film in inglese in questo blog.

sabato 19 settembre 2009

Fra due mesi parte il festival della FS a Trieste.

Anche quest’anno, dal 22 al 28 novembre, si terrà a Trieste il Festival Internazionale della Fantascienza, Science+Fiction. Il festival, che come si legge nella homepage raccoglie l'eredità del “Festival Internazionale del Film di Fantascienza” nato nei primi anni ’60, è una “manifestazione multidisciplinare dedicata all'esplorazione dei mondi del fantastico, dei linguaggi sperimentali e delle nuove tecnologie per il cinema, la televisione, le arti visive e dello spettacolo”, e giunge così alla sua quinta edizione.
In ciascuna edizione vengono assegnati due riconoscimenti: il Premio alla carriera Urania d'Argento, realizzato in collaborazione con Mondadori e consegnato ad un'importante personalità del fantastico, e il Premio Asteroide, per il miglior lungometraggio di fantascienza in concorso. Il Presidente della giuria che quest’anno oltre a questi compiti provvederà anche all’attribuzione della nomination per il Méliès d’Oro, concorso per cortometraggi europei fantastici organizzato in collaborazione con la European Fantastic Film Festivals Federation, sarà Bruce Sterling, che, come noto, risiede in Italia.
L’Urania d’Argento andrà quest’anno a Roger Corman, regista e produttore divenuto figura leggendaria con i propri film nel campo dei B movies, e che ha lanciato nomi del calibro di Jack Nicholson e Francis Ford Coppola. Oltre a ritirare il premio Corman presenterà alcuni dei film del ciclo tratto dai racconti di Edgar Allan Poe, nel bicentenario della nascita dello scrittore.
In merito invece ai titoli confermati in gara nella sezione ufficiale Neon - selezione ufficiale del festival, dal Giappone arriveranno la trilogia manga giapponese di culto 20th Century Boys e la sofisticata science fiction di The Clone Returns Home; dal Sundance Film Festival ci sarà One, opera prima dell’ungherese Pater Sparrow tratta da un racconto di Stanislaw Lem, la co-produzione tra Canada, Russia e Giappone dal titolo First Squad: The Moment Of Truth, fantascienza ambientata nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, e su toni diversi l'horror britannico d'ambientazione natalizia The Children.
La manifestazione è realizzata e promossa dal centro ricerche e sperimentazioni cinematografiche La Cappella Underground, con la collaborazione e il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, di Turismo, della Provincia di Trieste, del Comune di Trieste, della Camera di Commercio di Trieste e dell'Università di Trieste.
Sito ufficiale della manifestazione: qui.

sabato 12 settembre 2009

Mister Nobody: la fantascienza al Festival del cinema di Venezia 2009

Si intitola Mister Nobody, ed è di Jaco Van Dormael.
"Bisogna sempre fare la scelta giusta; ma se non scegli, tutto rimane possibile". "Premiato" con dieci minuti di applausi.
A presto fra queste pagine per i doverosi approfondimenti.

venerdì 11 settembre 2009

2012 in uscita il 13 novembre

La data attualmente prevista per l'uscita del film, almeno negli USA, è il 13 novembre prossimo.
Per chi non lo sapesse, si tratta di una storia tremendamente americana: nell'anno 2012, che segna nel calendario Maya la distruzione di tutta l’umanità, una serie di cataclismi colpisce la Terra costringendo un gruppo di superstiti a una dura lotta per la sopravvivenza.
Basato sul romanzo 2012 L’apocalisse (2012: The War for Souls, 2007) dello scrittore americano Whitley Strieber, la storia prende il via da una situazione astronomica talmente eccezionale da presentarsi soltanto una volta ogni ventiseimila anni, ed è stata diretta da quel maestro del catastrofismo che è Roland Emmerich (si pensi a Stargate, Independence Day, Godzilla, The Day After Tomorrow, Il Patriota).




Nel cast John Cusack, Amanda Peet, Woody Harelson, e Danny Glover in un ruolo, questo sì, che solo fino a qualche mese fa sarebbe stato fantascienza, ovvero il presidente degli USA.