Le prime immagini di questo film sembrano uscite da un documentario su un moderno “centro di permanenza temporanea” destinato ad accogliere (si fa per dire) immigrati clandestini in fuga. Il trailer del primo lungometraggio di Neill Blomkamp (che sarebbe dovuto essere la versione cinematografica del videogioco Halo, progetto al momento sospeso), ventinovenne regista sudafricano, promette davvero bene. Il film si propone come versione estesa del bel cortometraggio "Alive in Joburg", animato dallo stesso tema di fondo, ovvero l’indesiderato arrivo di alieni pacifici che verranno immediatamente ridotti in condizioni di ospiti ingombranti, da temere, scacciare, e se possibile perseguitare. Il distretto 9 è un ghetto per i nuovi venuti. Ed è un peccato che la lingua italiana non permetta di rendere il doppio significato della parola inglese “alien”, che significa in effetti tanto “alieno” quanto “immigrato”.
E così la domanda se la vita dell'alieno meriti lo stesso rispetto di quella umana nasconde il quesito terribile sul riconoscimento dell'umanità di chi, oggi, non appartenga alla blasonata razza bianca occidentale consumatrice di beni non durevoli e localizzata in aree precise dell'unico pianeta al momento noto per essere abitato da specie viventi. Un quesito che solo a porselo vuol dire essere in sintonia, ad esempio, con le affermazioni drammatiche e sconcertanti di certi ministri della repubblica italiana.
Ma torniamo al tema di oggi.
Ammesso che il film mantenga la promessa di questo trailer (e ad oggi, a giudicare dalle immagini di questo regista disponibili in rete, non c’è alcun motivo di dubitarne), eccoci ancora una volta al cospetto della miglior fantascienza, quella fatta di immagini che a dispetto dei suoi detrattori inducono a pensare. Le parole della gente povera di Joburg (Johannesburg) sono drammaticamente autentiche e attuali: chi ha poco lo difende dal nulla, e l’arrivo degli “altri” è una minaccia per la sua preservazione. Non penso che sia casuale che un tema simile sia trattato da un regista che, benché giovane, proviene da un paese in cui l’Apartheid è stato abolito solo quindici anni fa. “Devono solo andar via “ dice l’abitante della periferia della grande città, lui che fino a pochi anni prima sarebbe stato la vittima, di un sistema simile. Lo spaccato emergente dal trailer ha colori cupi e sporchi, e persino l’inglese parlato con vivido accento afrikaans contribuisce all’effetto complessivo di miseria catastrofica. Le immagini accendono una gran voglia di vedere dove la storia andrà a parare, e non è solo questione di ovvia curiosità per l’impianto narrativo; il film ci proporrà un finale di una convivenza possibile fra i popoli alla Asimov, una vittoria della migliore “umanità”, o ci trascinerà in un buio esistenzialista alla P. K. Dick e senza via di scampo alla presunta dannazione dell’essere umano?
Certo è che il rovesciamento dei ruoli tradizionali (i cattivi non sono gli alieni, ma gli uomini) è già di per sé una bella trovata, e non si deve dimenticare in merito la “non-americanità” del regista (e ci aspettiamo quindi anche del film). Il lancio è previsto in estate in lingua inglese e in ottobre dalle nostre parti. Questo è il sito ufficiale del film, ricco di trovate interessanti.
Neil Blomkamp è uno che ha già fatto molto parlare di sé come autore e regista di cortometraggi che svelano la sua passione per la FS. Il più visto è probabilmente lo spot pubblicitario Citroen, ma non mancano pregevoli esempi di corto di puro genere, come Tetra Vaal, o Yellow (in realtà per Adidas), Perfect, o, in chiave tragicomica, Tempbot. Sempre accurata, in tutti i corti, l'integrazione fra immagini e musica.
Aspettando il lancio di D9...
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